Serpentine, Ligne Roset
31/05/2012 – Quest’anno Ligne Roset, torna a sorprendere con la collezione 2012, disegnata da 80 talentuosi designer, di cui 25 hanno collaborato con Ligne Roset per la prima volta.
Così, nel 2012, l’influenza scandinava con le sue forme pure e raffinate, la sua modestia quasi austera e i suoi materiali naturali come il legno grezzo o tinto nero lavorati artigianalmente strizzano l’occhio al minimalismo giapponese, che emerge in creazioni dalle linee più peculiari.
Le poltrone e i divani Élysée, ideati da Pierre Paulin nel 1971 per il salotto-fumoir di Georges Pompidou al Palazzo dell’Eliseo.
La sedia a dondolo Dérive 2, che lo stesso Pierre Paulin ha disegnato nel 1985 per Claude Pompidou, la quale desiderava farne dono all’amico Pierre Boulez per i suoi 60 anni.
La sedia Simplissimo dell’architetto Jean Nouvel tende alla purezza, combinando la leggerezza dell’alluminio con l’inclinazione al contempo elegante ed ergonomica delle sedute e degli schienali.
Il divano Hybride di Noé Duchaufour-Lawrance, senza omettere la funzionalità (comfort e schienale articolato) strutturata in tre blocchi attorno al basamento, a loro volta vettori di significato e di emozioni.
La linea Luca Soft, concepita dall’architetto specializzato in arredi di lusso per il settore alberghiero Jean Philippe Nuel, un inno alla femminilità, alla raffiinatezza e all’eleganza che si adatta a ogni ambiente di casa, grazie ai basamenti e ai rivestimenti in versioni diverse.
La collezione di mobiletti Mortaise in rovere massello, assemblati per mano del giovane designer giapponese Yota Kakuda. Il gruppo tavolino e portariviste Baskettone/Baskettino in frassino tinto nero, all’insegna della rotondità e della sinuosità, firmato Charpin.
Il mobiletto portaoggetti Picnic della coppia italo-danese GamFratesi, che rivista con brio la scatola del cucito delle nostre nonne. La poltrona indoor/outdoor Fifty in metallo e funi intrecciate, versione contemporanea della Flag Halyard Chair di Hans Wegner, ridisegnata dalle due designer islando-danesi Dögg & Arnved.
Un minimalismo nippo-scandinavo che non esita a sfiorare l’insolito, il primitivo o il barocco, per un’ispirazione più vivace che pervade diverse creazioni. La poltrona Okumi di Studio Catoir, con la sua struttura affiermata in faggio tinto e un rivestimento a guisa di kimono dal drappeggio prezioso, si abbina all’elegante tavolino Parigi.
Goodie di Maria Jeglinska, soprattutto poesia, delicatezza, onirismo e anticonformismo di qualità. La Secrète di Philippine Dutto, progetto di diploma all’ENSCI ispirato «sia a Tati sia a James Bond», è un secrétaire che emana personalità, poesia, portamento e molteplici funzionalità. È un mobile notevole e seducente.
Ampliamento della collezione Dino di Éric Jourdan, cinque mobili monoblocco, vere e proprie sculture, in cui l’artista lavora sull’idea della cavità, del vuoto, del silenzio, della sottrazione. Biblioteca, mobile a baule, credenza, tutti studiati nel dettaglio con l’intento esplicito di evitare il pieno o la saturazione dei materiali.
Black Bird di Pierre Favresse, design rigoroso e molteplici funzionalità: tavolo basso, tavolino da salotto, tavolo da pranzo e da lavoro, il tutto con quattro diverse finiture. Il tappeto Gavrinis, creato partendo dai bozzetti di Pierre Paulin, che si era ispirato al Cairn di Gavrinis: disegni neolitici incisi nella pietra quasi 6000 anni fa.
Il vaso «barbare» Asira in feltro intrecciato, opera della designer americana Aurelie Tu. La lampada Trépied di Normal Studio, la cui semplicità concettuale rivendicata non impedisce una certa presenza scultorea.
Periodo di crisi? È il momento di riunirsi a tavola in famiglia o con gli amici attorno, ecco che cosa devono avere pensato Delo Lindo, autori dell’accattivante Felt, una sedia archetipo, liberata da qualsiasi elemento ornamentale in favore di un rivestimento in feltro integrale. Se però il feltro non vi aggrada, potete scegliere la sedia Folk di Benjamin Graindorge, in tutte le sue versioni e con il suo design assolutamente originale.
È il momento anche di ammirare, di «stuzzicare» il Bidum, di Lætitia Florin, realizzato in acciaio iper molle, un vero e proprio marshmallow di metallo. Stessa chiave di lettura per le scatole portaoggetti Ô perché di Julie Pligersdorffier, sospese come una casetta sull’albero.
È il momento di illuminare gli spazi con le bellissime applique Awabi in carta washi, del designer giapponese Toshiyuki Kita, che non necessita più di presentazioni. La lampada Peye, vera perla creativa, e la lampada da tavolo Olive di Studio Numéro111, non si può parlarne senza prima vedere e toccare con mano.
Philippe Nigro, propone la sua graziosa sedia in acciaio inox Résille, abbinata per amor di completezza a un tavolo e a un tavolo basso per esterni in acciaio inox e larice fossile. Lo stesso ha pensato Eléonore Nalet, con la sua poltrona Serpentine, in/outdoor, dinamica grazie al colore e irresistibile per il comfort. Infine François Azambourg, con la sua nuova sedia in/out Grillage, dal comfort «impensabile».
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