Nafir, Axo Light
15/11/2012 - Azienda e designer a colloquio: Lorenzo Truant, Art Director Axo Light, e Karim Rashid raccontano la nuova lampada Nafir, la lampada nata dall’incontro fra l’immaginazione di Karim Rashid e il know-how produttivo di Axo Light: eccola raccontata da designer e azienda.
Karim Rashid, dove è nata l’ispirazione per il disegno di Nafir? Pura immaginazione o un’associazione di idee?
Karim Rashid: Nafir è pura immaginazione. Ho iniziato a fare i primi schizzi pensando alla luce come complementare al suono. Da vent’anni sono affascinato dall’idea di superfici piane che vengono trasformate creando forme fluide. Così, originariamente, ho immaginato un piano tirato verso l’alto in diversi punti: così trasformata, la superficie assumeva forme organiche, fluide, somiglianti a quelle di una tromba. Volevo ottenere una lampada che fosse un po’ scultura, bella anche a luci spente, e che fosse anche funzionale grazie al LED. Volevo anche una famiglia di lampade le cui forme potessero essere raggruppate organicamente per creare un fantastico panorama fatto di luce e forma.
La luce è un meraviglioso fenomeno immateriale. Crea uno stato d’animo, cambia emozioni e stati mentali, crea benessere. Allo stesso tempo la lampada, come oggetto, può essere un’estensione simbolica della funzione oppure può essere pura forma scultorea. Negli ultimi dieci anni nessun altro elemento della casa è cambiato così radicalmente come l’illuminazione: le forme possono essere pura espressione di design, mentre le fonti luminose sono più efficienti e flessibili di quanto fossero in passato.
Disegnare una lampada e disegnare arredamento: qual è la differenza?
Karim Rashid: L’illuminazione si differenzia dall’arredamento in due punti fondamentali: una è la tecnologia, l’altra è l’interazione con l’utilizzatore, essendo la luce spesso più passiva e meno tattile dell’arredamento. Poiché l’interazione con la lampada si limita spesso a schiacciare un interruttore, è ovvio che la lampada debba essere funzionale, ma deve anche avere una forma attraente, particolare, che comunica con l’utilizzatore anche quando la luce è spenta (e cioè la maggior parte del tempo). Nafir è un esempio di lampada che è interessante da accesa e da spenta. Nafir è una scultura funzionale. E’ dinamica, la forma fluida diventa espressione della luce stessa.
Lorenzo Truant, Axo Light, come si è svolto il passaggio dallo schizzo al prodotto finito?
Lorenzo Truant: Quando abbiamo visto il primo concept, abbiamo subito capito quale fosse l’immagine mentale di Karim: una costruzione tutta digitale di un piano dai contorni fluidi, il quale viene sollevato su uno o più punti in modo da formare delle curve con delle cuspidi. E’ quello che avviene se, su una tela elastica tesa e dai bordi curvi, si afferra una o più parti e si tira verso l’alto. Da questa prima immagine astratta Axo Light è partita, ha razionalizzato alcuni aspetti tipologici e tecnologici, ha fatto crescere l’idea e l’ha resa reale: si può dire che Karim è il padre di Nafir e Axo Light la madre.
Nafir è il nome di una tromba nordafricana, usata per ottenere suoni particolarmente squillanti: perché questo nome per una lampada?
Lorenzo Truant: Abbiamo scelto il nome insieme a Karim. Nel suo studio di New York si sente molta musica, e l’ispirazione stessa del progetto viene dalla musica. La forma di Nafir è vicina a quella di una tromba. Ebbene, il nafir è una tromba di piccole dimensioni, di origine persiana e poi diffusa in tutto il Nord Africa, dove viene ancora usata. In fondo è un omaggio alle origini nordafricane del designer.
Mi piace pensare che la visione avanguardista di Rashid, completamente condivisa da Axo Light, possa contenere delle particelle di tradizione: mi ha sempre emozionato pensare che il futuro è presente anche grazie a ciò che è passato o, se vogliamo, che noi guardiamo il futuro come una “corsa verso l’archetipico”. Questo vale anche per la collezione Axo Light e i suoi contenuti.
Come si colloca Nafir all’interno della collezione Axo Light?
Lorenzo Truant: Una lampada “easy”, ma non banale, di grande attrattiva per come è stata concepita ma allo stesso tempo di facile lettura: era questo l’obiettivo comune all’azienda e al designer. E’ molto importante che esista un buon feeling fra designer e azienda. Il designer deve poter esprimere liberamente la propria personalità cercando però di comprendere le esigenze del brand. L’azienda produttrice deve invece saper cogliere le proposte del designer che maggiormente la rappresentano e farle sue. Solo questa sintesi consente di avere un prodotto perfetto.
Quali sono le applicazioni di Nafir? E il target?
Karim Rashid: Nafir è perfetta per essere applicata a gruppi: questa flessibilità la rende ideale per spazi pubblici, come hotel e ristoranti, e anche per spazi residenziali. Già immagino un ristorante con un solo lungo tavolo che percorre tutta la lunghezza dello spazio, sopra il quale corre tutta una linea di Nafir collegate l’una all’altra… sarebbe fantastico.
Viaggio gran parte dell’anno, quindi trascorro molto tempo in hotel. Penso costantemente a questi ambienti e a come li cambierei o migliorerei. E’ sorprendente, ma sembra che molti hotel considerino l’illuminazione come una necessità secondaria e l’illuminazione è molto spesso inadeguata. La luce perfetta è quella che si adatta a tutti i tipi di ambienti dell’hotel, da un corridoio stretto ad una lobby aperta, e permette all’architetto di riempire e valorizzare lo spazio. Nafir è un esempio perfetto: le sue forme si uniscono per creare un panorama dinamico e sempre unico, un sistema di illuminazione espressivo/teatrale che non sacrifica la funzione. Ognuno potrà sperimentare Nafir in maniera veramente unica. Lorenzo Truant: Nafir può essere apprezzata da clienti, quali architetti e progettisti, che vogliono un prodotto sofisticato, ma anche da qualsiasi cliente Axo Light che cerchi un prodotto glamour e di alta qualità per illuminare, per esempio, un tavolo da pranzo della propria casa, sia in versione singola sia a gruppi associati da tre o da una luce. In sintesi, credo che il target a cui proporre Nafir sia composto da tutte quelle categorie di clienti che desiderano un prodotto semplice, contemporaneo, originale, di alta qualità produttiva.
Come illumina Nafir?
Lorenzo Truant: La luce delle sospensioni deve essere più o meno concentrata verso il basso: una luce che chiama a raccolta attorno a sé e non si diffonde in altre parti dello spazio. Una volta scelta la tipologia di luce che si adattava bene al prodotto, ci siamo posti la questione se usare un faretto alogeno o a LED. Abbiamo scelto di usare la sorgente luminosa che guarda al futuro, cioè quella a LED. Apparentemente è quella che costa di più, ma la durata di questi faretti si attesta ad oltre 35.000 ore di utilizzo e quindi la spesa iniziale viene presto recuperata. Karim Rashid: Nell’illuminazione la nuova tecnologia, LED e OLED, ha permesso ai designer di espandere le loro idee sulla forma della lampada. Non siamo più sottomessi alle limitazioni delle lampade alogene, e così oggi (e in futuro) le lampade possono avere nuove forme, completamente diverse da quelle del passato. Ovviamente, per me è molto eccitante, perché posso lavorare puramente sull’ispirazione.
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