23/03/2021 - Massimo Carnemolla, +CSTUDIO ARCHITETTI, ha curato il progetto di restauro del Convento della Chiesa Santa Maria dell'Arco a Noto, una delle principali chiese barocche della città, nonché chiesa Madre prima della Cattedrale di San Nicolò.
Uno degli interventi affrontati nel lungo e complesso lavoro sull’ala sud del monastero ha riguardato quello su uno spazio di 7.20 x 7.60 m, datato fine ‘700, identificato come anti-refettorio.
Questo spazio è stato trasformato in casa-laboratorio del pittore catanese Sergio Fiorentino.
L'intervento
“Ad un terzo circa della sua lunghezza un arco divide lo spazio negativo da terra fin su alla volta rompendo lo schema armonico originario.
Appurandone la sua connotazione strutturale, seppur posticcia, si decide di affiancare a questa fetta di spazio ormai confinato, non una sottrazione impossibile, ma un contenitore di funzioni quali la doccia con bagno e la cucina.
Questo contenitore così poggiato sfrutta il piano ammezzato per una camera da letto dalla quale si accede tramite delle scale minime ed essenziali. I materiali utilizzati sono lamiera e ferro nero brunito, vetro e legno di recupero, volutamente scelti per identificare il contenitore come un elemento alieno rispetto al contesto storico.
La filologia del restauro, in questo senso, unisce i due interventi e li fa vivere in un mondo contemporaneo fatto di sottrazioni da un lato, per far rivivere l’autenticità del luogo, e dall’altro di aggiunta, per soddisfare i comfort abitativi senza mai con-fondersi.
La cucina è un blocco monolitico di lamiera in ferro brunito da 6mm con sportelli a filo superfice. Le cerniere sono studiate al dettaglio e fatte artigianalmente. Al suo interno tutti gli elettrodomestici. La porta d’ingresso in legno è stata mantenuta seppur al suo interno sia stata inserita una porta a vetro scorrevole che si nasconde nella parete del bagno interno. Anche tutte le pareti del bagno sono in ferro, rivestite da cementine da recupero, e il lavello ricorda l’acquasantiera delle chiese. La doccia a giorno è protetta da un vetro che guarda lo studio. Il camino è sempre ricavato in ferro nella lunga finestra che scandisce l’apertura e il sistema di apertura della finestra è a baionetta con carrucola e contrappeso in pietra.
Non si è posta al centro dell’attenzione l’ispirazione, ma essa cresce con la conoscenza dei luoghi. La fase creativa si manifesta nell’incontro tra lo spazio ritrovato, semplice, rude e povero, e la nuova funzione spaziale”.
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