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Riaperta a Venezia la casa-atelier di Mariano Fortuny
Il museo permanente ha sede nel Palazzo Pesaro degli Orfei, esempio magistrale di gotico veneziano
Autore: cecilia di marzo
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18/03/2022 - Ha riaperto a Venezia Palazzo Fortuny, alias Palazzo Pesaro degli Orfei, il gotico palazzo veneziano che fu dimora e laboratorio del genio creativo dell’artista spagnolo Mariano Fortuny y Madrazo (Granada 1871, Venezia 1949).
 
Il palazzo fu fondato alla fine del XV secolo dai nobili Pesaro, che vi abitarono fino al XVIII secolo, prima di trasferirsi a Ca' Pesaro. Il palazzo divenne per un certo tempo sede dell'Accademia Filarmonica degli Orfei, da cui il nome Palazzo Pesaro degli Orfei, con cui fu in seguito conosciuto.
 
Mariano Fortuny, che lo acquistò all'inizio del XX secolo per farne il proprio atelier, fu un uomo eclettico che si occupò di fotografia, scenografia e scenotecnica, creazioni tessili, pittura.
Dopo la sua morte, la moglie Henriette donò il palazzo, che ancora ben conservava i tessuti e le collezioni di Mariano, al Comune di Venezia (1956) che ne fece il luogo dedicato ad occuparsi delle discipline di comunicazione visiva, particolarmente di sperimentazioni e innovazioni, in assonanza con lo spirito e la cultura del vecchio proprietario.
 
Palazzo ‘Fortuny’ è stato agli inizi del Novecento luogo di riferimento dell’élite intellettuale europea e centro produttivo nella cosmopolita e industriosa Venezia.
 
Dopo i necessari interventi conservativi al piano terra (fortemente danneggiato dall’Acqua Granda nel novembre 2019) e il riallestimento complessivo dei piani nobili, il Palazzo ha riaperto con la destinazione di museo permanente sull’universo di luce e innovazione di Mariano Fortuny.
 
I consistenti lavori di ripristino e messa in sicurezza hanno permesso il restauro del Portego cui si accede da Campo San Beneto, con la riorganizzazione completa dei servizi di accoglienza.
 
Al contempo si è potuto ripensare l’allestimento degli ambienti di Palazzo Fortuny in senso filologico, con la restituzione delle sale alla memoria e alla geniale e talentuosa vita dell’artista spagnolo - di cui si sono celebrati i 150 anni dalla nascita nel 2021 - e con la riapertura ai piani nobili delle meravigliose polifore, punto focale dell’architettura del Palazzo, ora pienamente valorizzata, e fonte di luce naturale modulata in base alle necessità.
 
Il percorso espositivo, di straordinaria suggestione, è stato curato dal Maestro Pier Luigi Pizzi, regista, scenografo e architetto di fama internazionale, con Gabriella Belli e Chiara Squarcina ed il supporto di Massimo Gasparon per le complesse scelte illuminotecniche.

Un'autentica immersione nell’atmosfera di un luogo rinomato e centrale per la Venezia del tempo, così come testimoniata da tante fotografie d'epoca che hanno immortalato alcuni di questi ambienti, permettendo di cogliere gusti, presenze, accostamenti, rimandi e relazioni tra personaggi, oggetti, creazioni, arti e saperi.
 
Nel Palazzo veneziano convivono e trovano nuova luce il retroterra moresco, la cultura classica, le influenze orientali, il mito e il mondo wagneriano, i suoi molteplici interessi e passioni, ma anche dipinti, scenografie teatrali e invenzioni illuminotecniche, meravigliosi abiti e incredibili tessuti, archivi fotografici, opere della collezione personale, documenti e brevetti, testimonianze degli artisti e degli amici che al tempo giungevano a Venezia.
Ora, per la prima volta, oltre il novanta per cento dei materiali relativi a Mariano Fortuny di proprietà delle collezioni civiche veneziane o custoditi in comodato, come i preziosi tessuti antichi della Fondazione di Venezia, sono esposti tutti insieme, in un coinvolgente percorso che unisce l'emozione della casa e degli ambienti vissuti, alla presenza di sale tematiche dal sapore più museale, fino ad un affondo - al secondo piano del palazzo, reso anch'esso eccezionalmente accessibile ai visitatori a partire dal mese di giugno - tra oggetti e strumenti del fare laborioso e innovativo di Mariano.
 
Al primo piano del Palazzo torna dunque pienamente visibile - scenario perfetto di probabili incontri mondani - il fascinoso e inaspettato ciclo parietale di ben 140 metri quadrati con cui Mariano, con l’artificio del trompe l’oeil e un’armoniosa stesura di colori, aveva dato vita a un illusorio giardino incantato, con figure allegoriche, satiri e animali esotici. Allo stesso modo si può ammirare contestualizzato tra due pareti di suoi bozzetti di scena e alcune copie da Tiepolo, il modello del Teatro delle Feste progettato da Fortuny – mai realizzato - per l’Esplanade des Invalides nel 1910, con la collaborazione di Gabriele d’Annunzio e l’Architetto francese Lucien Hesse.
 
 La Fondazione Musei Civici di Venezia ha iniziato nel 2014 la collaborazione con Google Arts & Culture rendendo accessibile a tutti il Museo Fortuny per cui sono disponibili online oltre 50 opere, tra dipinti e tessuti, catturati in Gigapixel con Art Camera e si possono scoprire 6 mostre virtuali… storie interattive che includono un focus su Henriette Fortuny, la donna che ispirò e affiancò l’eclettico Mariano Fortuny, diventando parte essenziale di uno straordinario sodalizio artistico; la storia del laboratorio tessile di Palazzo Pesaro Orfei; la nascita dello scialle Knossos, prima creazione dell’atelier Fortuny, e dell’iconico Delphos, abito che rivoluzionò la moda agli inizi del XX secolo.

 


Fotografie di Massimo Listri


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