Ph. Alberto Strada
26/05/2023 - “Più di una volta, tornando in questa casa, ci siamo trovati ad accarezzarne le superfici, in un gesto distratto ed istintivo. Mano su materia. E illuminati ci siamo accorti che la materia è diventata media, fra la nostra mano, quella che la usa, e la mano di chi gli ha dato una forma”.
Lo studio milanese Atomaa introduce così la ristrutturazione di un appartamento di 150 mq a Milano, all’interno di un edificio Anni 60 in una delle zone eleganti della vecchia borghesia meneghina, non lontano da Corso Indipendenza. Un progetto dove è protagonista il fatto a mano e la ricerca materica delle superfici tattili e cromatiche.
Una casa con grandi spazi conviviali e una serie zone private dove ritirarsi o addirittura nascondersi, in una successione di stanze che dischiudono altre stanze.
“Gli abitanti di questa casa possono nascondersi nell’intimità di queste stanze; o scegliere, quando il tempo è maturo, di ritrovarsi nella spaziosa “piazza” comune del living”, raccontano i progettisti.
Il grande spazio delle attività̀ conviviali riverbera della luce di tre grandi finestre, volute senza tende, come quelle delle città del nord. Il fondale di questo spazio è dominato dalla grande isola a cinque fuochi, il vero focolare della casa.
“I suoi colori li ha decisi settant’anni fa un famoso pittore di bottiglie bolognese. E questo spazio vuole mantenersi ambiguo, per poter accogliere, all’occorrenza, gli eventi più̀ formali. È davvero una cucina? O è l’estensione del soggiorno? Così una lunga credenza, che ha il colore del vino, nasconde i tanti strumenti dell’arte gastronomica; mentre una lunga boiserie color sabbia, oltre a contenere la cambusa, può̀ nascondere il lavatoio per trasformare lo spazio in una sala da ballo”, spiega studio Atomaa.
All’altra estremità̀ della “piazza” fa da contrappunto un ambiente più raccolto e votato alla musica e alla contemplazione. Un po’ bowindow e un po’ giardino d’inverno, questo luogo è caratterizzato dalla presenza di una piccola alcova in legno la cui profonda seduta invita a pigre letture.
Dietro una di queste porte segrete si trova un piccolo bagno per gli ospiti in piastrelle zellige, immerso in un vivace patchwork di tessere realizzate singolarmente a mano, una diversa dall’altra. Un lavabo in cemento su misura spicca in maniera evidente, la sua presenza è come un monolite di pietra che testimonia un momento storico, mentre dall’alto un’alta finestra porta una luce naturale soffusa.
Attraverso un altro pannello apribile si accede alla suite matrimoniale. A separare la cabina armadio dalla camera da letto principale, un elemento in cemento colorato che poggia sul pavimento in legno e funge anche da piccola seduta.
In questo mondo compatto e privato, composto da 3 ambienti in 1, il bagno en suite è pensato come una spa privata. Per semplicità, vengono utilizzati due colori che si contrastano in due forme principali. Le pareti, la doccia e la grande vasca sono avvolte entrambe da piastrelle zellige nere, che riflettono una luce cangiante, sia naturale che artificiale, a seconda dell’ora del giorno.
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