27/11/2023 - Negli antichi ambienti dell’ex monastero Casadonna a Castel di Sangro nasce il progetto di ristorazione e hospitality di Niko e Cristiana Romito, fratello e sorella che nel 2011 trasferiscono nella struttura in Abruzzo il Ristorante Reale. Un audace intervento di restauro a cura dell’architetto Leonardo De Carlo dà nuova vita allo storico convento del ‘500 nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, in cui il ristorante della famiglia Romito assume una nuova identità.
Nell'ex monastero, Niko Romito, chef del Ristorante Reale, e Cristiana Romito, maître d'hôtel del Reale e general manager di Casadonna, plasmano un luogo in cui cibo e architettura dialogano all’insegna di semplicità, minimalismo e rapporto con la natura.
In un equilibrio tra forme, colori e dettagli, il progetto Casadonna pone al centro le percezioni sensoriali, puntando a diventare specchio della personalità, della terra e della cucina dello chef. Il silenzio, la dilatazione temporale, l’accurata scelta dei materiali e l’imperfezione delle texture artigianali contribuiscono a creare un linguaggio architettonico essenziale che combina il vecchio e il nuovo, a volte per contrasti, altre per fusioni. L’architettura è concepita come prosecuzione del paesaggio naturale in cui è immersa.
Fulcro del progetto, i materiali, con pesi e cromie differenti, si intervallano per vestire uno spazio, modellato da componenti interne, quali volumi e dimensioni, ed esterne come esposizione alla luce e orientamento dell’edificio.
Elementi moderni, fatti di cemento, acciaio e plastica si inseriscono tra la pietra e il mattone dell’involucro dell’edificio, conservati nel rispetto della costruzione originaria. Una trama di pieni e vuoti scandisce lo spazio in modo aperto e fluido, creando essenzialità e geometria.
Così, un puzzle di lastre in pietra naturale selezionate in base a colori e dimensioni compone la pavimentazione degli interni del ristorante, dell’ingresso, della sala camino e della sala del tè; le pareti e i piani dei tavoli sono lavorati e rifiniti con lo storico metodo di stuccatura del cemento cocciopesto, un agglomerato di malta fine a base di calce aerea e frammenti di laterizio; mentre il legno di recupero ricavato da antichi tetti e solai riveste le superficie delle camere, conferendo flessibilità, durevolezza e naturalezza.
Materiali dal look antico si affiancano a elementi dal gusto contemporaneo. La leggerezza trasparente del vetro delle grandi vetrate connota la sala ristorante, la linea solida ed essenziale del ferro invecchiato di porte e infissi incornicia paesaggi e divide gli ambienti, infine il lino di tovaglie e tende dalle proprietà fono-assorbenti dona luminosità e vivacità cromatica agli interni.
Ulteriore materiale di progettazione è la luce, elemento di arredo degli spazi non solo tramite paralumi e abat jour, ma anche con luci fisse, quasi nascoste nella struttura architettonica.
Corpi luminosi appositamente studiati creano atmosfere calde e accoglienti e valorizzano l’esperienza gastronomica. Un esempio è la piantana Papiro effetto cromo di Pallucco: orientabile, sinuosa e dalle forme organiche, la lampada è proposta in una versione tailor made per illuminare i tavoli e donare la giusta luminosità ai piatti dello chef.
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