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02/10/2014 - Numerose le novità presentate da Ceramiche Refin durante il Cersaie. Architetture post-industriali, officine, vecchie botteghe e magazzini: sono questi i riferimenti per District, una collezione multimaterica dal mood underground che evoca i quartieri in rinascita delle grandi metropoli. Una proposta variegata di materiali vintage che abbina ceramiche con effetti metallici e marmi consumati (Garage), asfalti (Road), legni usurati e piccoli brick (Track).
Tra le collezioni di punta spicca anche Poesia, che sviluppa un rinnovato gusto per le pietre tradizionali: il fascino senza tempo della pietra leccese si declina nelle sfumature naturali, nella texture ricercata e negli equilibri dei toni. Un’eleganza adatta sia ai contesti classici, grazie anche alla finitura anticata, sia a spazi più moderni con la posa del grande formato 75x150cm.
Teatro ha invece un sapore di prestigio ed esclusività e racconta i valori legati alla memoria culturale e al patrimonio artistico del territorio. Ispirandosi al Teatro Comunale di Modena, il progetto riprende i legni del palco e del foyer, i codici segnaletici della scena e le locandine teatrali proponendo una serie di listoni, lisci o con diversi gradi di usura, cassettoni e decori ricercati.
In esposizione nello spazio DesignTaleStudio, il progetto vincitore del concorso "Create your Tile" e il progetto fuori concorso Filo ideato da Alessandro e Francesco Mendini. Tra più di 800 elaborati arrivati da 78 paesi diversi, il primo premio è stato assegnato alla giovane designer polacca Kasia Zareba e al suo un progetto denominato Fossil.
La collezione Fossil esprime una rivisitazione delle impronte primordiali lasciate da piante e animali sulle formazioni rocciose: le tracce s'interrompono e si sovrappongono esattamente come i segni del tempo negli scavi dei siti preistorici e archeologici. Il pattern disegnato a mano conferisce alla collezione un aspetto di particolare unicità e grande naturalezza.
Segni sottili che riportano alla mente quella regolarità di forme che si ritrova nel mondo naturale e che ognuno può interpretate diversamente, secondo la propria immaginazione.
Nella collezione Filo gli autori interpretano la tradizionale griglia ortogonale in un’inedita versione deformata, distorta e ridimensionata, nella quale la sottile linea si intreccia e si rincorre a formare una quadrettatura che diventa un gioco d’illusione ottica tridimensionale. Ne risulta un effetto geometrico ma al contempo decisamente astratto, di immediato rimando ai movimenti grafico-artistici della Op Art.
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