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05/01/2015 - Un grande successo quello registrato all’edizione 2014 di Marmomacc e Abitare il Tempo, con 65.000 visitatori provenienti da 145 paesi, in crescita del 15%. Un evento fieristico sempre più trasversale, dove il business della pietra naturale ha saputo instaurare un dialogo fecondo con il mondo del contract e dell’arredo d’interni. Oltre 1.500, infatti, sono stati gli espositori di Marmomacc - provenienti da 58 nazioni (di cui 45 rappresentate da delegazioni commerciali ufficiali) – che hanno partecipato alla fiera accanto alle oltre 80 aziende di Abitare il Tempo.
Ad animare le due manifestazioni, mostre, installazioni ed eventi culturali hanno trovato la loro massima espressione all’interno di Inside Marmomacc & Abitare il Tempo, una vera fucina di creatività e innovazione del settore lapideo e del design di interni, una eccellente rappresentazione del know-how artigianale delle aziende italiane.
Gli organizzatori sono già al lavoro per la prossima edizione – dal 30 settembre al 3 ottobre 2015 - e, in attesa di conoscere il nuovo programma culturale, ricordiamo alcuni dei progetti che quest’anno hanno riscosso maggiore successo. Primo fra tutti Living Stone, elemento portante del Padiglione 1, con quattro celebri architetti iberici (Manuel Aires Mateus, Josep Miàs, Eduardo Souto De Moura e Benedetta Tagliabue) che hanno collaborato con quattro aziende italiane sperimentando nuove e antiche qualità dei materiali litici nei più alti livelli progettuali dell’architettura e del design.
Grande apprezzamento anche per At Home, punto di congiunzione ideale tra le due manifestazioni, grazie allo studio dell’utilizzo del marmo - sia nella sua unicità che in connubio con altri materiali - rapportato all’arredo e alle finiture in progetti ideati per il mondo del contract.
In tema di mostre, Design e Tecnologia ha letteralmente affascinato il grande pubblico mettendo in evidenza l’eccellenza tecnologica, la capacità di trasformazione e la creatività del settore lapideo italiano; la Casa di Pietra ha saputo celebrare la memoria e l’immaginazione della forma iconica della casa attraverso un allestimento di grande impatto e la realizzazione di originali oggetti di uso domestico rivisitati con l’utilizzo della pietra.
Marmomacc ha anche avuto il piacere di ospitare una mostra dedicata a Renzo Piano e alla costruzione del Nuovo Parlamento di Malta, un imponente progetto architettonico inserito nel contesto dell’adiacente Opera House e della nuova porta della città di Valletta.
Non sono mancate originali ambientazioni scenografiche, come l’Arena Santamargherita - lo spazio forum che ha ospitato convegni, lecture e seminari in una suggestiva cornice ispirata all’architettura dell’Arena, simbolo per eccellenza della città di Verona -, o quelle di Wine & relax concept room (due diversi ambienti pensati per la degustazione del vino) e Luxury & Relax (due diverse soluzioni dedicate al benessere della persona).
Nell’area del Palaexpo hanno inoltre trovato spazio due mostre che indagavano il design, andando alla ricerca delle sue radici culturali e storiche: Avere Stoffa, a cura dell’Accademia di Belle Arti di Verona, dedicata al decoro delle stoffe e finalizzata a comprenderne il processo di ricostruzione, apprezzando la bellezza intrinseca dei decori medesimi in quadri antichi, e Oltre La Decorazione, Venezia Laboratorio
Creativo Dal Passato Al Presente – a cura di ADI -, dove la città di Venezia, ritratta in alcuni celebri dipinti, è stata fonte di ispirazione per comporre una palette di materiali e/o prodotti destinati alla decorazione o alle finiture per arredi.
Di grande rilevanza è il forte legame che lega Marmomacc agli Atenei italiani e in questa edizione è stato testimoniato dall’allestimento di due mostre: Stereotomic Design e Verticalità Litiche. La prima, organizzata in collaborazione con DICAR Politecnico di Bari, si è posta l’obiettivo di interrogarsi sulla possibilità di riannodare il filo delle ricerche sulla costruzione in pietra da taglio al fine di riconsegnare la spinta creativa alla progettazione architettonica contemporanea. La seconda invece, curata dal Dipartimento di Architettura di Ferrara, ha raccolto una serie di prototipi in pietra di elementi di “design architettonico” realizzati dagli studenti, che hanno interpretato le potenzialità dei diversi materiali lapidei per la progettazione e realizzazione di prodotti modulari rispondenti a necessità strutturali o decorative.
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