12/03/2015 - Grazie al grande successo di pubblico e al forte interesse dimostrato da parte dei visitatori del MAXXI, Arper ha accolto con piacere la proposta da parte del museo romano di prolungare di un mese e mezzo, fino al 3 maggio 2015, la mostra inaugurata il 18 dicembre 2014.
Arper, già promotrice della mostra itinerante “Lina Bo Bardi: Together” presentata recentemente a Milano e Treviso, conferma il suo interesse nell’investimento sul fronte culturale, sostenendo il progetto espositivo ed editoriale organizzato dalla rivista Domus insieme al museo MAXXI di Roma, in occasione del centenario della nascita dell’architetto.
L’importante iniziativa ripercorre la storia dell’architetto italo-brasiliano, dal 1939 al 1946, attraverso l’esposizione di un personale universo iconografico fatto di bozzetti originali e fotografie, video e filmati d’epoca, riviste e documenti d’archivio.
Domus, grazie al sostegno di Arper, ha inoltre riproposto un importante testo della progettista, dal titolo “In Europa la casa dell’uomo crollò” (1947), ma soprattutto la ristampa del primo numero della rivista “A” – Attualità, Architettura, Abitazione, Arte una fondamentale testimonianza del singolare dibattito culturale e impegno etico e civile di quegli anni.
A corredo della mostra è stato organizzato un programma di incontri di approfondimento.
Ai due già svolti, il 5 febbraio dal titolo Lina Bo Bardi in Brasile. La casa de vidro e il 26 febbraio dal titolo Lina Bo Bardi. Una protagonista della trasformazione politica e intellettuale in Brasile seguirà il terzo appuntamento previsto per oggi 12 marzo alle ore 17.30.
L’incontro dal titolo Perché Lina Bo [Bardi]? avrà come principale relatore Zeuler Lima.
Partendo dal titolo provocatorio dell’intervento di Zeuler R.M. de A. Lima, professore presso la Washington University a St. Louis e autore della biografia Lina Bo Bardi pubblicata da Yale University Press nel 2013, l’incontro è un invito a riflettere sul perché questo architetto, per un lungo tempo ignorata in Brasile e dimenticata in Italia, viene a trovarsi una ventina d’anni dopo la sua morte al centro del discorso dell’architettura contemporanea mondiale.
Partendo dell’analisi storica e architettonica del suo progetto paradigmatico, il SESC Pompeia a São Paulo, viene messo in luce come questo progetto sia divenuto punto di riferimento per comprendere la genealogia del pensiero di Lina e le questioni che restano aperte sul recupero della sua memoria.
Introduce Margherita Guccione| Direttore MAXXI Architettura
Intervengono
Alessandra Criconia Sapienza Università di Roma
Francesca R. Castelli Sapienza Università di Roma
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