05/11/2019 - Progettare come scomporre e decostruire, l’osservazione dell’esistente come gesto che forgia la forma. Così è nata Bulbo, la lampada disegnata nel 1957 dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni e rieditata quest'anno da Flos.
La regola della semplificazione è di comprensione immediata. Questa lampada è infatti una sintesi di redesign e ready made: da una grossa lampadina industriale viene abolita la virola dell’attacco a vite e accorciato il collo dell’ampolla fino a ottenere una forma quasi sferica, come una bolla di sapone. Al suo interno il classico filamento diventa elemento distintivo, decorativo e illuminante. La stessa fonte di luce mette in evidenza il disegno tecnico che connota la lampada oltre a farla funzionare.
Bulbo è stata ideata non per produzione in serie ma per un allestimento della XI Triennale di Milano, in cui la luce fu pensata come elemento di design degli interni. Nel progetto dell’esposizione, quando la lampada era collegata in serie a un’altra, il suo potenziale veniva drasticamente ridotto e il filamento interno assumeva un colore rossastro, anabbagliante, che regalava una luce calda, ambientale, di leggera intensità. Nell’edizione 2019 di Flos il filamento in tungsteno è riprodotto ma con fonte a LED, mantenendo una temperatura della luce molto calda e confortevole, esattamente come per l’originale.
Smantellato l’allestimento in Triennale nel 1957, Achille Castiglioni volle installare quattro esemplari di Bulbo nella sua casa milanese e due nel suo Studio di Piazza Castello 27, oggi sede della Fondazione, dove ancora sono esposte.
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