26/02/2020 - Da poco completato il restyling della Sala XIXdelle Nazioni Unite a Ginevra che, con i suoi 4.000 metri quadrati, una capacità di 800 posti e 320 scrivanie per i delegati degli Stati, è la più grande sala dedicata alle assemblee plenarie, la cui progettazione è stata affidata allo studio PEIA in collaborazione con Casalgrande Padana.
Il taglio e la posa delle lastre in gres porcellanato fa riferimento agli elementi principali della sala e dell’edificio dell’ONU, contribuendo a donare unicità a questo progetto.
Le lastre in gres porcellanato di grandi dimensioni nel colore MarteThassos posate con fughe ridotte al minimo, creano l’illusione di una superficie continua, mentre i rivestimenti nel colore Travertino e Travertino Bianco si ispirano a quelli delle architetture storiche dell’ONU di Ginevra e richiamano alla mente i bassorilievi e i reperti archeologici.
Alcuni pavimenti sono composti dai colori Pietra del Cardoso e Zinco Titano, alternando superfici lucide ed opache, altri sono invece stati trattati a mosaico con variazioni cromatiche random che riprendono il tema della maglia triangolare della Grande “Duna invertita” in legno che caratterizza la grande volta della Sala.
La ricchezza delle geometrie e dei pattern tipici della cultura araba, è stata reinterpretata in modo contemporaneo attraverso elementi geometrici simbolici: la matrice del triangolo e del cerchio si trovano nei pattern (musharabie) che fanno parte dell’iconografia e dell’identità specifica del Qatar e allo stesso tempo sono un chiaro riferimento simbolico al dialogo; l’utilizzo di lastre in gres porcellanato tagliate a triangolo, la dimensione della fuga a volte zero sulle grandi lastre per sembrare lapidee e le pareti rivestite con specchi, contribuiscono a creare effetti visivi di superfici continue in armonia con l’elegante matericità dei legni, dei bronzi e delle superfici bianche.
Il design architettonico della Sala XIX, attraverso il suo disegno circolare concentrico e radiale che esemplifica il concetto di uguaglianza, riflette gli ideali delle Nazioni Unite: invece di tanti banchi con raggi diversi, è stato progettato un singolo modulo aggregabile agli altri, al fine di promuovere l’individualità e l’identità delle nazioni e contemporaneamente esprimere la forza dell’unione come unico corpo per risolvere insieme i problemi del mondo. La duna (il soffitto a volta) e il cielo (le nazioni) sono concettualmente invertiti in posizione capovolta: nell’immaginario collettivo la duna rappresenta un fenomeno naturale unico e pieno di fascino, dove le linee cambiano e si adattano in base al movimento del vento, creando sul terreno desertico, un meandro di mutevoli profili.
Nella Sala XIX, detta anche Sala del Qatar, per massimizzare il comfort per i delegati delle nazioni Unite durante le lunghe sessioni di riunione, attraverso l’installazione di un innovativo sistema di illuminazione circadiano che enfatizza l’irregolarità scultorea del soffitto, vengono utilizzati diversi scenari di illuminazione che imitano il sorgere e il tramontare del sole; inoltre, per introdurre un’altra fonte di luce confortevole, una piacevole vista, ma anche per rammentare le emergenze ambientali del pianeta, è stato introdotto un sistema di apertura automatico e motorizzato, per offrire una vista sul Parco, sul Lago di Ginevra e verso il maestoso massiccio del Monte Bianco.
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