09/02/2021 - Negli ultimi anni le tendenze arredo del mondo ufficio e gli ambienti che lo caratterizzano sono stati interessati da notevoli cambiamenti. Oggi più che mai, gli uffici devono essere ripensati e lo spazio dedicato al lavoro reinterpretato. L’obiettivo è quello di progettare spazi informali all’interno dei quali organizzare meeting, nicchie di privacy acustica e visiva dove potersi concentrare, ma anche concedersi un momento di pausa. Busetti Garuti Redaelli, il trio di industrial designer che collabora con Pedrali dal 2014, risponde proprio a questa esigenza di creare “un ambiente nell’ambiente”.
Caratterizzato da un pannello fonoassorbente perimetrale che abbraccia l’imbottito creando una sorta di rifugio dall’ambiente circostante, Buddy Hub arricchisce la collezione conservandone il caratteristico design amichevole e accogliente e incrementandone la versatilità.
“Non abbiamo una cifra stilistica definita, miriamo più che altro a realizzare oggetti leggibili in grado di diventare compagni di vita. Buddy, lo dice il nome stesso, è un compagno. Il nome l’abbiamo proposto perché, sia nel suono sia nel significato, rispecchia il prodotto. Ha queste forme accoglienti che suscitano simpatia” – con queste parole Manuela Busetti, Andrea Garuti e Matteo Redaelli introducono Buddy Hub.
“Questa forma molto familiare, molto morbida è un fil rouge di tutta la famiglia” – racconta Andrea Garuti. “È nato tutto da tre tipologie di pouf con dimensioni diverse, disponibili anche in due altezze. Volevamo permettere a chi organizza uno spazio, un’area, di creare una sorta di paesaggio giocando sia con i colori che con le altezze, quindi avere un dinamismo di composizione. Una volta sviluppata questa prima fase abbiamo aggiunto gli schienali che permettevano di aumentare un po’ il comfort, quindi passare da una seduta più temporanea ad una che permettesse un relax. Poi è stato naturale chiedersi: perché non fare un divano? Quindi abbiamo realizzato un divano che incrementasse ulteriormente il comfort, potesse essere collocato anche in una situazione casa, ma che allo stesso tempo avesse quel design riconoscibile della famiglia Buddy: familiare, accogliente, con delle dimensioni che potesse essere integrato anche in un ambiente ufficio. Fase successiva: siamo in un ambiente ufficio, perché non sfruttare questa famiglia e realizzare anche questo tipo di prodotto che, comunque, si prestava perfettamente? È stato naturale”.
Buddy Hub è disponibile nella versione poltrona o divanetto. Ponendo invece i due elementi uno di fronte all’altro, uniti tra loro da un pannello a cui può essere fissato un tavolo a penisola, danno vita a spazi pensati per ospitare meeting informali e aree break-out.
La dimensione generosa di seduta, in schiumato poliuretanico con cinghie elastiche e l’accogliente schienale consentono infine un alto grado di comfort che permette di lavorare comodamente ma anche di concedersi un momento di relax al riparo dall’ambiente circostante.
“Buddy ha queste forme molto familiari e molto femminili, molto arrotondate, molto accoglienti. Sicuramente approcciarsi a questo tipo di divano suscita nell’utente una simpatia, rispetto a, non so, il classico divano squadrato. È importante, non soltanto per il comfort, ma proprio a livello visivo, suscitare un’emozione”.
Buddy Hub risulta essere adatto anche per aree lounge e sale d’attesa in ambito contract e hospitality.Le forme arrotondate e i volumi pieni di seduta e schienale sono sostenuti da gambe sottili che lo alleggeriscono alla vista, oltre a renderlo funzionale non ostacolando le attività di pulizia e manutenzione.
Come spiegano i designer: “lo scopo è quello di arrivare ad una forma leggibile, semplice, che sia facilmente trasportabile e montabile. Abbiamo seguito lo sviluppo del progetto in tutte le fasi, proprio per arrivare a un prodotto che avesse un suo senso, che fosse forte in vari aspetti. Abbiamo lavorato molto sul sistema di assemblaggio, che permettesse di tenere Buddy Hub stoccato e spedito smontato anche per una questione di sostenibilità perché ovviamente, più aumenta il volume di trasporto, più aumentano le emissioni”.
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