Dimensione testo |
|
Piero Ambrogio Busnelli e Naoto Fukusawa
27/01/2014 - Visionario imprenditore del settore del design e ambasciatore del “made in Italy” nel mondo. È così che sarà sempre ricordato Piero Ambrogio Busnelli, fondatore di B&B Italia, scomparso il 25 gennaio scorso a 87 anni dopo una lunga malattia.
La determinazione e il coraggio, per cui si è distinto sin da giovane, nel voler sperimentare nuove strade hanno fatto di lui il pioniere di una nuova ‘cultura industriale’ del design; un approccio rivoluzionario che ha conferito al design made in Italy una forte identità oggi riconosciuta in tutto il mondo.
La sua storia imprenditoriale inizia nel 1952, quando con il fratello Franco fonda la Fratelli Busnelli fu Giuseppe. È tuttavia nel 1966 che riesce a concretizzare il suo sogno – un’industria per il design – creando insieme a Cesare Cassina la C&B. È in questi anni che si lascia alle spalle l’eredità artigianale del suo territorio, la Brianza, alla ricerca di una nuova cultura industriale del design da esportare nel mondo.
Tecnologie innovative come la schiumatura del poliuretano a freddo in stampi per la produzione di imbottiti, e collaborazioni con numerosi designer affermati – come Afra e Tobia Scarpa, Mario Bellini, Gaetano Pesce, Ludovico Magistretti, Marco Zanuso – inaugurano in questa fase un successo a livello internazionale destinato a crescere senza precedenti negli anni successivi.
Nel 1973 rileva le azioni dei fratelli Cassina e diventa socio unico dell’azienda, trasformandola in B&B Italia. È da questo momento che la sua visione imprenditoriale prende forma e i suoi progetti iniziano a scrivere la storia del design.
È proprio nel 1973 che affida ad un giovanissimo e ancora sconosciuto Renzo Piano, già all’epoca associato con il futuro maestro dell’architettura d’avanguardia Richard Rogers, il progetto della nuova sede. Non molti imprenditori oggi affiderebbero ad un giovane architetto ancora agli inizi l’incarico di costruire la nuova sede della propria industria. Quarant’anni fa l’audace sperimentazione del giovane imprenditore Busnelli ha consentito la realizzazione di un vero e proprio manifesto della cultura industriale dell’impresa, di cui Renzo Piano è stato lucido interprete, facendo della nuova sede B&B Italia una sorta di prototipo del famoso Centre Pompidou progettato negli stessi anni a Parigi.
La costante ricerca di talenti lo porta a scoprire, da vero e proprio “sensore del futuro”, numerose professionalità con cui nascono progetti destinati a diventare icone del design italiano. Mentre la pioneristica introduzione del linguaggio della moda nel mondo del design contribuisce alla creazione di veri e propri miti. Si pensi a Coronado di Afra e Tobia Scarpa (1966), Lombrico di Marco Zanuso (1967), Up di Gaetano Pesce (1969). O ancora al divano “Le Bambole” di Mario Bellini (1972) aggiudicatosi il primo dei quattro Compasso d’Oro di B&B Italia. Seguiranno Sisamo nel 1984, Sity nel 1987 e infine nel 1989 il primo mai assegnato ad un’azienda per premiare “il costante lavoro di integrazione svolto al fine di coniugare i valori della ricerca tecnico/scientifica con quelli necessari alla funzionalità ed espressività dei prodotti”.
Nascono negli anni novanta gli arredi Domus (1989), Harry (1995) e Charles (1997) firmati Antonio Citterio, che introducono un nuovo concetto di design, puro e lineare, che coniuga rigore estetico e funzionalità.
Dopo il 2000 ha inizio la fortunata collaborazione con Patricia Urquiola con i progetti fat-fat e lens (2002-2003), proseguita nel 2005 con tufty-time e lazy, Canasta nel 2007, bend-sofa nel 2010 e Husk nel 2011.
Nel 2006 ha inizio anche la collaborazione con il giapponese Naoto Fukusawa che porta alla realizzazione del sistema shelfx (2006) e tre anni dopo alla poltrona scultorea Grande Papilio.
Oggi B&B Italia opera nel settore dell’arredo per la casa, attraverso i due marchi B&B Italia e Maxalto, e del contract. L’azienda è inoltre diventata membro della fondazione Altagamma, che riunisce aziende italiane di reputazione internazionale, che operano nella fascia più alta del mercato ed esprimono la cultura e lo stile italiano nella gestione d’impresa e nel prodotto.
«Con la scomparsa di Pierino Busnelli – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – se ne va un protagonista dell’imprenditoria italiana. Un “maestro brianzolo” che ha saputo interpretare al meglio l’intuizione di dare valore aggiunto con il design, la ricerca e l’apertura internazionale all’industria del mobile”.
|
Piero Ambrogio Busnelli e Antonio Citterio Piero Ambrogio Busnelli con Afra e Tobia Scarpa Piero Ambrogio Busnelli e Patricia Urquiola Coronado, Afra e Tobia Scarpa (1966) Lombrico, Marco Zanuso (1967) Le Bambole, Mario Bellini (1972) Domus, Antonio Citterio (1989) Tufty-Time, Patricia Urquiola (2005) Canasta, Patricia Urquiola (2007) Grande Papilio, Naoto Fukusawa (2009) Ray, Antonio Citterio (2010)
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
|
|